Sulla via del ritorno

Lasciatoci il Laos alle spalle, abbiamo varcato la frontiera per la Thailandia e tutto è cambiato. Siamo tornati all’improvviso in un paese civilizzato e dopo due settimane passate qui, devo ammettere che non mi dispiace neanche un po’!

La Cambogia prima e il Laos dopo, sono stati stancanti e deludenti. Di sicuro ci sono stati dei bei momenti, abbiamo imparato molto, abbiamo esercitato e aumentato a livelli inaspettati la pazienza e la sopportazione, ma non è stato un viaggio facile, per vari motivi. A cominciare dall’ostilità della gente locale verso gli stranieri, al limite del disprezzo, visti solo come galline dalle uova d’oro, finché paghi tutto ok, se no fanno in modo di farti sentire persona non grata.
L’altro fastidio non indifferente sono la nuova generazione di backpackers e la situazione che gli si è creata intorno. E’ stato addirittura coniato un nuovo termine per descriverli, si chiamano flashpackers.

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Su per l’Ou

Non avendo un mezzo nostro per poterci spostare, non abbiamo molte alternative, se non quella di seguire la rotta turistica e fare una tappa a Nong Kiaw, per poi andare a Mouang Ngoi. Secondo le guide sono due destinazioni fantastiche sulle rive del Ou. Il vero Laos. Il secondo addirittura un villaggio raggiungibile solo in barca, un paradiso per i viaggiatori.

Il viaggio da Luang Prabang a Nong Kiaw è relativamente breve, poco più un paio d’ore. Per fortuna, perchè il minivan era molto mini ed eravamo impacchettati in quindici come sardine. Locali e turisti in proporzioni uguali. Stazione dei bus, come al solito inspiegabilmente lontana dalla destinazione, ma di certo fa comodo ai taxi/tuk tuk che ci marciano, approfittando dei turisti. In questo caso, comunque, meno di due chilometri, ce la facciamo a piedi come al solito. Il posto è decisamente in una posizione stupenda, natura selvaggia. La strada principale, sterrata e poverosa è un susseguirsi di alberghetti, agenzie di turismo che pubblicizzano escursioni varie, ristoranti e barettini vari, qualche spaccio alimentare e stranamente molti negozi di materiale edile. Cominciamo a chiedere per trovare una stanza e i prezzi che sentiamo non sono per niente paradisiaci. Sono matti. Non avendo altra scelta, mandiamo giù di dover pagare più di sette euro per una stanza squallida, ma pulita e con bagno.

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Sempre più a nord

Spostarsi in Laos è un’avventura di per se. Difficile trovare informazioni attendibili online, non si è mai sicuri nè di a che ora si parte nè, tanto meno,  a che ora si arriva. La cosa strana è che da una parte, come prevedibile, ci sono ritardi, ma spesso si parte in anticipo.
Un esempio. E’ arrivato il momento di andarcene da Tad Lo. Chiediamo informazioni all’ufficio del turismo, non hanno idea di a che ora passi il bus locale per Thakeak. Informatissimi sugli orari di tutti i bus VIP, ovvero di lusso, ma niente su quelli locali, strano…
Ci dicono di ripassare un’paio d’ore più tardi, che si sarebbero informati. In effetti, quando ripassiamo, ci dicono che l’unico bus diretto locale passa alle 8.30 di mattina. Perfetto!
Il giorno dopo, svegli dall’alba come al solito, facciamo colazione, salutiamo galline e animali vari e anche se ancora presto ci avviamo alla fermata del bus, sulla strada principale a poco più di un chilometro e mezzo dal nostro albergo. Arriviamo alle 8 meno dieci.
Senza esagerare, meno di un minuto dopo vediamo increduli il bus comparire. Ci carica e partiamo… 40 minuti di anticipo! Se l’avessimo perso avremmo semplicemente dovuto aspettare il giorno dopo.

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