Asia: epilogo

Ventotto ore di viaggio per tornare in Europa dalla Thailandia. I biglietti low cost sono una manna dal cielo, ma le 12 ore di stopover in aeroporto a Singapore non sono state divertentissime!

Dopo la meravigliosa settimana passata Bangkok, ci siamo fatti i 650 chilometri per arrivare a Krabi, da dove avevamo il volo di ritorno, con solo una sosta intermedia di un paio di giorni a Chumphon. Abbiamo optato per il treno, il mezzo più economico per spostarsi in Thailandia. Terza classe. Notturno, per risparmiare anche una notte di albergo. Perfetto!

Chumphon, niente di interessante di per se, un punto di passaggio che però ci ha permesso di riposare un po’, rimettere insieme le idee prima del rientro e spendere poco anche di pernottamenti.
Da lì, treno fino a Surat Thani e poi, evitando le fregature che qui abbondano, autobus fino a Krabi. Appena scesi alla stazione del treno, a più di dieci chilometri dalla città, si è infatti assaltati con la solita, fastidiosa domanda -where are you going? nella speranza di riuscire a venderti il passaggio in centro a prezzi assurdi, quando invece esiste un bus locale, che costa niente e ti porta direttamente alla stazione degli autobus per proseguire. Arrivati alla stazione degli autobus, stessa scena, prezzi assurdi, doppi e tripli rispetto a quelli che si pagano andando da soli a prendere l’autobus giusto per Krabi. Ormai esperti, ce la siamo cavata senza problemi e senza cascare nelle trappole 🙂

A Krabi ci siamo fermati solo per un giorno, per avere il tempo di impacchettare per bene le nostre cose e partire senza fretta. Ci siamo così goduti anche l’ultimo mercato asiatico, che sarà una delle cose che ci mancheranno di più tornando in Europa.

E’ stato un viaggio interessante, stancante, un po’ ostile fino all’arrivo in Thailandia, ma ripartirei domani stesso. Anzi. Abbiamo già deciso che lo rifaremo al più presto, provvedendo però a organizzarlo in modo da avere un mezzo nostro per poterci muovere senza i limiti imposti dai mezzi pubblici e dall’infrastruttura turistica.
Questa è stata forse la scoperta più importante di questo viaggio: per poter viaggiare, evitando le trappole per turisti, l’unico modo ormai è quello di muoversi indipendentemente.

Una sorpresa invece è stato il costo della vita. A parte i trasporti, abbiamo trovato vitto e alloggio più cari di quello che ci aspettavamo. Malgrado questo siamo riusciti comunque a rimanere dentro al budget che ci eravamo prefissi, anzi siamo anche riusciti a fare un po’ di economia, senza fare grandi rinunce!

80 giorni di viaggio, quattro nazioni, in due, tutto compreso, ci sono costati qualcosa meno di 2200 euro, dei quali quasi 800 di biglietti aerei. Per mangiare, bere e dormire in media siamo stati sotto ai 10 euro al giorno in due. Il paese meno caro la Cambogia, anche se l’alloggio meno caro lo abbiamo trovato in Laos, due euro e mezzo a notte, ma anche quello più caro, otto e settanta.
Di media però, il Laos è stato il paese più caro per il cibo, mentre la Thailandia per l’alloggio. Il Vietnam non lo calcolo, perchè ci siamo fermati solo otto giorni, all’inizio del viaggio e non avevamo ancora capito come organizzarci, per cui ci è costato sicuramente più del necessario.
Ovvio che abbiamo risparmiato molto con la soluzione del self catering. Se avessimo mangiato fuori, sarebbe stata tutta un’altra storia, per economico che sia mangiare per strada. In questo caso, essere vegani ci ha aiutati a risparmiare, pur creando qualche problemino organizzativo.

Per dormire abbiamo sempre scelto l’opzione più economica. Quando possibile, abbiamo optato per spostamenti notturni per risparmiare notti di albergo, scegliendo sempre i mezzi meno cari. Non abbiamo mai preso un taxi-tuk tuk per distanze sotto ai 6 chilometri, preferendo camminare, però ci siamo permessi tre volte di noleggiare un motorino per vedere qualcosa in più di quello che potevamo raggiungere a piedi. Non abbiamo mai visitato musei e siti a pagamento e malgrado questo non ci siamo annoiati e per un primo giro è stato comunque più che appagante.

Morale, biglietti aerei esclusi, il viaggio ci è costato meno di 9 euro al giorno a testa, tutto compreso (visti inclusi)… direi che la buona notizia rimane che, con un po’ di attenzione e tempo a disposizione si può ancora viaggiare con poco! 🙂

 

Sulla via del ritorno

Lasciatoci il Laos alle spalle, abbiamo varcato la frontiera per la Thailandia e tutto è cambiato. Siamo tornati all’improvviso in un paese civilizzato e dopo due settimane passate qui, devo ammettere che non mi dispiace neanche un po’!

La Cambogia prima e il Laos dopo, sono stati stancanti e deludenti. Di sicuro ci sono stati dei bei momenti, abbiamo imparato molto, abbiamo esercitato e aumentato a livelli inaspettati la pazienza e la sopportazione, ma non è stato un viaggio facile, per vari motivi. A cominciare dall’ostilità della gente locale verso gli stranieri, al limite del disprezzo, visti solo come galline dalle uova d’oro, finché paghi tutto ok, se no fanno in modo di farti sentire persona non grata.
L’altro fastidio non indifferente sono la nuova generazione di backpackers e la situazione che gli si è creata intorno. E’ stato addirittura coniato un nuovo termine per descriverli, si chiamano flashpackers.

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Su per l’Ou

Non avendo un mezzo nostro per poterci spostare, non abbiamo molte alternative, se non quella di seguire la rotta turistica e fare una tappa a Nong Kiaw, per poi andare a Mouang Ngoi. Secondo le guide sono due destinazioni fantastiche sulle rive del Ou. Il vero Laos. Il secondo addirittura un villaggio raggiungibile solo in barca, un paradiso per i viaggiatori.

Il viaggio da Luang Prabang a Nong Kiaw è relativamente breve, poco più un paio d’ore. Per fortuna, perchè il minivan era molto mini ed eravamo impacchettati in quindici come sardine. Locali e turisti in proporzioni uguali. Stazione dei bus, come al solito inspiegabilmente lontana dalla destinazione, ma di certo fa comodo ai taxi/tuk tuk che ci marciano, approfittando dei turisti. In questo caso, comunque, meno di due chilometri, ce la facciamo a piedi come al solito. Il posto è decisamente in una posizione stupenda, natura selvaggia. La strada principale, sterrata e poverosa è un susseguirsi di alberghetti, agenzie di turismo che pubblicizzano escursioni varie, ristoranti e barettini vari, qualche spaccio alimentare e stranamente molti negozi di materiale edile. Cominciamo a chiedere per trovare una stanza e i prezzi che sentiamo non sono per niente paradisiaci. Sono matti. Non avendo altra scelta, mandiamo giù di dover pagare più di sette euro per una stanza squallida, ma pulita e con bagno.

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