Chi viaggia fotografa! Il problema spesso è che non tutti riescono ad ottenere i risultati che vorrebbero. Così ho pensato di condividere alcune delle cose che ho imparato nei miei trent’anni di esperienza come fotografo, sperando che possano tornare utili a qualcuno.
La lista che segue non è in ordine di importanza e non tutto è applicabile in tutte le situazioni, però sono piccole cose che fanno parte del mio modo di lavorare.
Il filtro dei miracoli
Si chiama polarizzatore ed è indispensabile per fotografare paesaggi. Aumenta il contrasto e la saturazione del cielo, elimina il riflesso dalla superficie del mare rivelando così il colore dell’acqua ecc. Attenzione solo a non esagerare, a volte l’effetto può essere esagerato o addirittura negativo. Come si può vedere nell’esempio qui sotto, il risultato non sarebbe ottenibile ritoccando con photoshop, se non con uno spreco enorme di tempo.
La bussola non serve solo a orientarsi
Ogni paesaggio, edificio, spiaggia ha un’ora in cui riceve la luce migliore. Quella che crea il contrasto e il gioco di ombre che la fa risaltare meglio. Con l’aiuto di una bussola e un po’ di esperienza, si può calcolare con un margine di più o meno 10 minuti, quando il sole si troverà nella posizione ottimale. Nel caso che non avvenga mai, luce dal nord, la soluzione classica è un notturno, con l’aiuto di un cavalletto, fatto quando il cielo non è ancora completamente nero.
L’ora migliore
Tutti sanno che la luce più bella è quella calda del mattino e del tardo pomeriggio. Vero. Però mare e spiagge spesso sono più impressionanti con la luce quasi perpendicolare, un paio d’ore prima e dopo mezzogiorno, se fotografate usando il polarizzatore. E infatti il caso in cui il filtro ha il maggiore effetto e il colore dell’acqua risulta più “caraibico”. La luce perpendicolare è anche utile per fotografare per le vie di una città, dove spesso il sole basso non riesce a entrare.
Il calore della luce
Con le macchine digitali si tende spesso a sottovalutare l’importanza e i limiti del white balance. Fotografando in esterni non bisogna mai lasciare il WB in automatico perchè tenderà a rendere uniforme il colore di tutte le foto, sia che siano scattate con la luce calda del tramonto sia con quella più fredda del mezzogiorno. Assolutamente tenerlo impostato sulla luce del giorno/5500°K per mantenere i colori il più possibile vicini a quelli reali al momento dello scatto.
L’orizzonte si chiama così perché deve essere orizzontale
Molte macchine fotografiche permettono di impostare nel mirino una griglia che aiuta a correggere in ripresa errori di inquadratura, come tenere l’orizzonte orizzontale e le linee verticali di eventuali edifici verticali.
Sei accompagnato da una bolla?
Usando il cavalletto, soprattutto con grandangoli, è di grandissimo aiuto un piccolo accessorio: la livella a bolla. Da inserire nella slitta del flash permette di mettere perfettamente in piano in pochi secondi l’apparecchio.
I terzi sono i migliori
Il soggetto in centro, se non per motivi di prospettive accentuate o di simmetrie interessanti è quasi sempre da evitare. Conoscere e rispettare la regola dei terzi e della sezione aurea, porta quasi sempre a inquadrature migliori. Anche in questo caso il mirino con la griglia quadrettata aiuta molto.
Quanti megapixel hai?
Ovviamente più è alta la risoluzione del sensore e meglio è. Però se l’ottica che montate è un fondo di bottiglia, non farete altro che avere una perfetta immagine dei difetti del vostro obiettivo. Non risparmiare mai sulle lenti e sui filtri, sono loro che fanno la fotografia e sono sempre un buon investimento. Negli ultimi anni ho cambiato una mezza dozzina di corpi macchina, però uso ancora delle ottiche comprate più di vent’anni fa!
Siamo tipi obiettivi.
Ottica fissa o intercambiabile? Telemetrica o reflex? Dipende solo da cosa si vuole fotografare e quanto tempo si è disposti a dedicare alla fotografia. Grandi maestri della fotografia hanno lavorato sempre con solo un corpo telemetrico e un obiettivo fisso. Se però si vuole illustrare un viaggio per bene, una gamma almeno dal 24 ai 200 mm (per il 35mm) è indispensabile. Poi ovviamente ognuno decide per se. Personalmente scatto il 90% delle mie foto con uno zoom 12-24, ma senza gli zoom tele (28-70 e 80-200) non potrei fare dei reportage completi.
Che numero di scarpe porti?
Per fare delle belle foto ci vogliono delle ottime scarpe! Anzi scarponcini da montagna. Si perchè senza camminare tanto non è possibile trovare i soggetti e gli angoli giusti e spesso, per trovare l’inquadratura migliore e diversa, bisogna lasciare l’asfalto e arrampicarsi o prendere sentieri che con i sandali o i tacchi non è possibile fare.
Per concludere, colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente uno dei migliori fotografi di viaggio che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere, Roberto Meazza, per la sua amicizia e per tutto quello che mi ha insegnato. Grazie Maestro 🙂