Siamo appena andati via da Fatima. Non potevamo perdere l’occasione di aggiungere un altro luogo di pellegrinaggio alla nostra collezione, soprattutto uno così famoso. Non siamo credenti, io in particolare sono diventato molto allergico a tutto quello che ha a che fare con religioni, patriottismi e tifoserie varie. Questi posti però mi attirano come una mosca, alla ricerca come sono sempre, di informazioni sul comportamento umano. Mi interessa cercare di capire il meccanismo che spinge la gente a commettere atti assolutamente irrazionali, nella speranza di ricevere in cambio qualcosa: un segno, un favore, un miracolo, un biglietto per il paradiso.
Fatima non fa eccezione. Pellegrini da tutto il mondo cattolico arrivano anche qui con qualcosa da chiedere o da confidare. Quello che però la rende abbastanza unica è che, mentre nella maggior parte dei siti simili si è creato un mercato enorme attorno al dolore e alla fede degli altri, qui l’atmosfera è un po’ più dignitosa. Tanto di cappello ai portoghesi per come sono riusciti a trattenersi dall’approfittare dei visitatori. Parcheggi e servizi tutto intorno alla basilica completamente gratuiti, pochissimi mendicanti, niente bancarelle e venditori ambulanti, solo dei negozi che vendono grandi quantità di Cristi, Madonne e crocefissi ai credenti.
Alla fine sono riuscito a resistere meno di 24 ore, però valeva la pena di fare la deviazione. Fatima meritava una visita. Se non proprio per l’estetica del posto che è una colata di marmo e cemento senza nessuna personalità e interesse, sicuramente è servita a rinfrescarmi la memoria sulle radici della maggior parte dei problemi del genere umano.
Siamo a Sintra, in Portogallo e malgrado come destinazione sia diventata una delle classiche trappole per turisti, ieri ho visitato uno dei posti più belli e affascinanti che mi sia capitato di vedere nella mia lunga carriera di viaggiatore. Non a caso da tempo si trovava in cima alla mia lista dei desideri.
Si tratta di Quinta da Regaleira, una tenuta vicina al centro storico della città, che dopo aver cambiato mani diverse volte viene acquistata alla fine dell’800 dall’allora uomo più ricco del Portogallo, Antonio Augusto de Cavalho Monteiro. Amante dell’esoterismo e ‘probabilmente massone’, affida la decorazione del giardino e dell’abitazione a un architetto italiano, Luigi Manini, che all’epoca lavorava come scenografo al teatro della Scala di Milano. Circa quattordici anni dopo il capolavoro era finito.
Se c’è una cosa da vedere a Sintra è senza dubbio questa e per chi passa da Lisbona, è assolutamente da inserire nell’itinerario. La cosa strana è che non è molto conosciuto. Rimane all’ombra delle altre attrazioni di Sintra, che casualmente sono tutte in mano a un’unica società per azioni. Giusto per spiegare come funziona l’industria del turismo e perchè sono diventato così allergico: in pieno centro, di fianco al palazzo nazionale, c’è un ufficio del turismo che a prima vista sembra essere statale. La ragazza alle informazioni ci ha però detto che si tratta di un negozio privato che funziona come negozio di articoli di turismo e servizi vari. Tra i servizi che fornisce, per esempio, offre un’ora di internet alla modica cifra di un euro. Non è tanto, se non fosse che la città è coperta da wifi gratuito comunale… però chi non lo sa ci casca. Allo stesso modo quando si chiedono informazioni sulle attrazioni da visitare, gentilissimi danno un’utile mappa gratuita, pubblicata dall’azienda che gestisce gli altri siti turistici del posto, sulla quale casualmente non figura nella lista Quinta da Regaleira. E’ uno schifo o no?
Tra l’altro, mentre il costo del biglietto d’entrata al castelli ecc. è decisamente sproporzionato a quello che offrono, il giardino incantato di Regaleira costa 6 euro e assicura come minimo un paio di ore di vero e sano intrattenimento.
Noi siamo andati in giro per gallerie e caverne per più di tre ore e non volevamo più andarcene. L’interno della villa ha un paio di cose interessanti, come la sala da pranzo e il terrazzo con vista, però il vero divertimento è perdersi seguendo i sentieri, scalinate e tunnel, vagando per il giardino per scoprire tutti i dettagli e le meraviglie che vi sono nascoste.
Sarà stato per il cielo coperto che non mi permetteva comunque di fotografare, oppure per la nausea a vedere le mandrie di turisti correre a destra e sinistra o forse per colpa di una delle mie particolarità, per la quale quando vedo una cosa che mi entusiasma, per un po’ di tempo non voglio vedere niente di nuovo, alla fine non siamo andati neanche a visitare il palazzo di Pena, che in teoria è la grande attrazione di Sintra. Sarà per la prossima volta…
La costa della Spagna è rovinata all’inverosimile. Dalla Catalonia all’Andalucia non esiste un posto che non sia stato costruito a dismisura o coperto dai plasticoni delle serre. Palazzoni e grattacieli sono la norma e anche dove sono rimaste delle piccole traccie del passato e della tradizione, sono rilegate a limitati centri storici circondati da mostruosità architettoniche.
A quanto pare è il rovescio della medaglia dell’inseguire il facile guadagno del turismo. Peccato che i mostri rimangano anche quando i turisti non ci sono. In teoria questo dovrebbe essere il punto di forza del turismo con i camper. Senza bisogno di costruire niente, i camperisti possono stare in un posto vergine e quando se ne vanno, niente è cambiato o alterato. Però costruire porta piu guadagno, stanze, rooms, zimmer, quartos…
Costruzioni fatte male, di fretta e evidentemente non progettate dal Pallladio, che hanno la particolarità di rimanere disabitate la maggior parte dell’anno, semplicemente a rovinare il paesaggio e la natura. Una volta fatte le stanze poi inevitabilmente arrivano ristoranti, bar, negozi di souvenirs made in china, McDonalds, alberghi di lusso, aeroporti ecc. Che pena, che desolazione!
In mezzo a tutta questa distruzione di massa ho trovato però un’eccezione: Benidorm. Non perchè sia meno rovinata, anzi al contrario, proprio perchè hanno portato all’esagerazione il fenomeno della costruzione inconsiderata, mi è sembrato un ottimo esempio da seguire su come accontentare tutti. Benidorm è una località mostruosa sotto tutti i punti di vista, eppure perfetta per il tipo di gente che ospita e così estrema da diventare “bella”. Così consapevolmente esagerata che ha addirittura fatto richiesta di esere inclusa nella lista dell’UNESCO come patrimonio dell’umanità e che, se fosse per me, andrebbe assolutamente approvata!
Migliaia di “expats”, la stragrande maggioranza pensionati inglesi, ma con una notevole presenza anche di altre nazioni nordiche, hanno comprato appartamenti tipo scatola di fiammiferi e si sono trapiantati qui per scappare dal grigiore della loro terra e godersi, se così si può dire, mare, clima e vita meno cara. Non mancano anche qui i camperisti, quelli che invece della scatola di fiammiferi hanno preferito il classico camion frigorifero, e sono tanti! Anche in questo caso si parla, se non di migliaia, di sicuramente più di mille camper ammassati uno di fianco all’altro in campeggi enormi. Ancora non sono riuscito a capire il modo di pensare di chi si va a rinchiudere di propria volontà in questi posti tipo campo profughi di lusso… probabilmente mi sfugge qualcosa.
A completare la scena, a questa invasione di “over 60” che, con le loro sedie a rotelle elettriche, scorazzano sui marciapiedi diventando piu pericolosi delle biciclette a Amsterdam, si aggiungono i cosiddetti alcoturisti. Ragazzotti che le uniche cose che desiderano sono di andare in un posto caldo, bere tutto il giorno e fare casino. In teoria desidererebbero anche altri piaceri, ma nelle condizioni in cui si riducono bevendo, mi sa che se dovesse rimanere solo un desiderio, comunque non riuscirebbero a ricordarsi niente da raccontare agli amici. Chi si può permettere una settimana, chi solo un week-end, Benidorm è in cima alla lista delle destinazioni low cost, categoria “party destinations”, dalla Gran Bretagna. Il risultato è un vero e proprio circo umano in uno scenografia fatta di palazzoni, bar, fast food, cliniche private e negozi per turisti… a dimenticavo, c’è anche il mare!
Il lato positivo, quello da prendere come esempio, è che costruendo posti come questo dal niente, si creano dei perfetti zoo per turisti dove tutti sono contenti. Chi ci va sa cosa aspettarsi, anzi ci va proprio per trovare quello che cerca e gli imprenditori e commercianti si arricchiscono a volontà. Se si riuscisse a tenere il tutto sotto controllo, si potrebbe così evitare di rovinare quelle località che invece andrebbero protette dal turismo di massa e possibilmente anche da quello di lusso, tutte e due nemici mortali dell’ambiente e della libera circolazione dei viaggiatori veri.
Rimane un fatto. Benidorm mi ha entusiasmato! Vuoi per la sua fotogenia,vuoi per l’atmosfera allegra o per la sua assurdità, mi ci sono fermato per 3 giorni e mi è dispiaciuto andarmene…