A Kampot è cominciato il nostro giro in Cambogia. Durata prevista, circa un mese, per poi passare in Laos.
Il primo impatto, dopo l’avventura per passare la frontiera è stato abbastanza soffice. E’ bastato però varcare la linea immaginaria che la divide dal Vietnam, per trovarsi realmente in un paese diverso, con gente diversa, sia nella mentalità che nell’aspetto fisico.
Kampot è un posto interessante. La prima impressione è che ci siano più stranieri che cambogiani, però si vede subito che la maggior parte di loro non sono turisti, sono immigrati !
Buffo vero? Guardandosi intorno ci si accorge subito della varietà di ristorantini e piccoli negozi, chiaramente gestiti da stranieri.
Si possono trovare cucine di tutto il mondo, dal ungherese all’australiano, un piccolo van tutte le mattine distribuisce i prodotti di una panetteria belga, pasticcerie francesi, gli italiani ovviamente hanno il mercato della pizza e via dicendo. Nei mini-market si trovano prodotti internazionali, a prezzi ovviamente internazionali.
L’atmosfera è molto hippie-fricchettona, senza distinzioni di età. I più giovani sono per la maggior parte i viaggiatori di passaggio, i più anziani quelli stabili. Non c’è assolutamente niente di particolare da fare o da vedere. L’unica attrazione, ma non per tutti, è il mercato centrale: uno dei più grandi e vari che abbiamo incontrato. Il vero centro vitale del paese, ma a un paio di chilometri dalla città vecchia e dalla zona dei turisti.
E’ un posto ottimo per rilassarsi e per molti digital nomads, anche per lavorare. Ci saremmo fermati anche qualche giorno di più, ma affrettatamente avevamo già prenotato l’ostello della prossima destinazione. In ogni caso l’ho trovato uno di quei posti dove potrei fermarmi a vivere per un po’ e non mi succede spesso! 😉
Da Kampot, siamo tornati indietro di qualche chilometro per stare un paio di giorni a Kep. Anche qui non c’è niente di particolare da fare. Unica attrazione, una breve passeggiata nel parco nazionale, un dollaro a testa, per poter camminare per un po’ più di un’oretta in mezzo a un bosco pulito, invece che in mezzo all’immondizia.
Però c’è il mare. Non proprio di tipo caraibico, ma con il caldo che fa è sempre un piacere. Qui abbiamo trovato un ostello tipo palafitta, vicino al mercato e al villaggio dei pescatori, a circa 3 chilometri dalla zona della spiaggia turistica. Praticamente in mezzo a mucche al pascolo e galline e anatre che corrono da tutte le parti. Stupendo, tranquillissimo e per solo 2.70€ al giorno in due.
Poi mangiare e bere costa delle cifre assurde. La colazione, per fare un esempio, la fanno pagare 5.00€ a testa, una semplicissima bruschetta all’aglio l’assurda cifra di 2.25€, un piatto di riso 3€ o una frittata ripiena 5.00€… fanno i furbi, come credo di cominciare a capire che funzionino le cose qui. Decisamente non c’è l’innocenza e la benevolenza dei vietnamiti nei confronti dei visitatori, qui sei la preda! Peccato, se hanno scelto di andare per questa strada si accorgeranno presto del danno. Leggendo vari commenti su internet, sono in tanti a testimoniare di essere stati fregati, in un modo o nell’altro, in Cambogia e che non ci ritorneranno più.
L’andazzo era evidente già dalla frontiera, con la mancia obbligatoria per prendere il visto, il prezzo esagerato del trasporto… peccato…
Noi per il momento ce la caviamo da soli, come siamo abituati. Spesa al mercato, anche lì con la certezza di pagare molto di più dei locali, visto che comunque non esistono prezzi scritti. In ogni caso sempre conveniente confronto ai prezzi esagerati dei ristoranti e alla difficoltà comunque di trovare piatti vegani.
E’ un fatto che non è possibile che frutta e verdura costi come in Europa. Non è coerente con la povertà che vedi intorno, pagare un euro al chilo i pomodori e poco meno in cetrioli e il cavolo!
L’altro problema è che a quanto pare tutti gli ostelli, a differenza del vicino Vietnam e della prassi comune, a dimostrazione della malafede, non permettono di consumare cibo e bevande portate da fuori.
Poco male! Picnic tutti i giorni, che tra l’altro è anche un bel modo di mangiare. Vediamo quando sarà il prossimo pasto caldo che riusciremo a fare… 😉 Scherzi a parte, stiamo pensando seriamente di comprarci un fornellino a gas e un pentolino e mandare tutti a quel paese!
Un altro esempio: chiediamo qui alla reception quanto costa un biglietto per il bus per Phnom Penh. Risposta 9$. Gli facciamo notare che all’angolo della strada, le agenzie lo pubblicizzano a 6$. Ci guardano con lo sguardo bovino dicendo che non è possibile. Li mandiamo a quel paese e andiamo a prendere il biglietto fuori. La prima agenzia dove entriamo ci dice 8$. Ma come? C’è scritto 6$ li fuori! Si, ma è capodanno e costa di più! Facciamo notare che il capodanno è in Vietnam, non in Cambogia!! Sorriso malizioso, sguardo bovino… così è se ti va…
Alla seconda agenzia ci dicono 7$… un po’ meno stronzi, ma pur sempre approfittatori.
Vista la situazione però, abbiamo deciso di andare a stare per un po’ di giorni in città, che deve essere niente male e dove abbiamo un contatto locale che dovrebbe poterci aiutare a capirci qualcosa.
Abbiamo anche preso la difficile decisione di saltare Anghor Wat, che a parte il prezzo assurdo per l’entrata, di più di 50€ a testa per il biglietto da tre giorni, che è minimo indispensabile per vedere qualcosa e il fatto che serve un mezzo per visitare il sito, pare che sia imballato di turisti, tanto che alla fine non te lo godi nemmeno. In pratica una trappola per turisti. Bella, ma pur sempre una trappola.
Abbiamo però saputo di un altro tempio nella giungla, tipo Anghor Wat, che pare sia ancora poco conosciuto e fuori dalla rotta turistica. Se riusciamo a organizzarlo proviamo a andarci.
Già perchè qui in Cambogia hanno avuto un’altra trovata geniale. Si può guidare solo con la patente cambogiana, non riconoscono neanche quella internazionale. Per cui tutti gli stranieri che noleggiano motorini e sono tanti, sono fuori legge e spesso si ritrovano nei casini. Motorino requisito, multa da pagare e passaporto nelle mani dei noleggiatori che lo tengono come garanzia… bello è?
Per come l’abbiamo vista noi, la Cambogia è decisamente su una brutta strada. Nessun rispetto per il visitatore che viene solo visto come un’opportunità di guadagno facile e da fregare in ogni modo possibile senza scrupoli. Vediamo se andando avanti cambiamo idea…