L’avvicinarsi del capodanno cinese stava rendendo sempre più difficile spostarsi e tutto era più caro del solito, così abbiamo preferito passare in Cambogia qualche giorno prima del previsto, dove il capodanno ufficiale pare essere in aprile.
In pratica non abbiamo visto niente del Vietnam. Una grande città, Saigon e una cittadina fuori dagli itinerari turistici. Otto giorni, che però sono bastati a farci capire che ci vogliamo tornare, senza il limite dei quindici giorni del visto gratuito e girare per bene. Se lo merita!
Ricapitolando il nostro contatto con il Vietnam: non c’è molto da vedere, non ci sono grandi numeri, molta sporcizia, difficile comunicare, molto più caro di quello che ci aspettavamo, non ci siamo fidati neanche una volta a mangiare fuori, perchè anche nei piatti vegani usano il glutammato di sodio al posto del sale, zucchero dappertutto… una cucina probabilmente molto saporita, ma per niente sana 🙂
Però… Però, il Vietnam è la sua gente, così disponibile, così gentile, così ospitale che non è possibile non innamorarsene. Già nella grande città avevamo avuto delle dimostrazioni di questa apertura verso gli stranieri, ma a Chau Doc ne abbiamo avuto la conferma definitiva.
Una città con come unica attrazione un bel mercato, pochissimi stranieri, dove la vita scorre normalmente e non al ritmo dell’industria del turismo. Un posto autentico, dove alla fine ci siamo fermati più del previsto, nella nostra cella da 4 euro in due, con vista sul laghetto. Penso di poter dire senza esagerare che abbiamo trovato la migliore ospitalità di qualsiasi altro posto in cui siamo stati. Comunicando attraverso google translator, le proprietarie, si sono fatte in quattro per risolvere tutte le nostre richieste assurde. A partire dal prestarci un fornellino a gas e pentola per poter cucinare da soli, per arrivare al cambiarci in dollari le banconote vietnamiti che ci avanzavano prima di partire per la Cambogia, che in banca non ho capito perchè non si poteva fare, a un cambio decisamente di favore.
Se qualcuno avesse l’idea di fermarsi a Chau Doc, non posso far altro che raccomandare di cuore l’hostel 20 (venti).
Lì abbiamo fatto anche un altro esperimento. Abbiamo noleggiato un motorino per un giorno e siamo andati a visitare la collina delle pagode, a circa dieci chilometri dal centro e poi il raccapricciante monumento ai caduti della strage di Ba Chuc, altri 40 chilometri.
Guidare in Vietnam sembra a prima vista una cosa da suicidio e invece è molto più facile di quello si direbbe. Nessun problema a inserirsi nel caos perchè tutti guidano piano e con molta attenzione, per cui una volta capite le ‘regole’, diventa davvero un gioco da ragazzi!!
L’ho chiamato un esperimento perchè è certo che il modo migliore per godersi veramente il Vietnam è di avere due/tre mesi a disposizione, comprare una moto e girare senza essere legati ai trasporti pubblici, che sono piuttosto limitanti. Da quello che abbiamo saputo, qui una moto può costare dai 100 ai 500 dollari usata e non è difficile rivenderla in pochi giorni, la benzina costa poco, intorno agli 80 centesimi al litro e le moto sono di piccola cilindrata e consumano pochissimo, noi abbiamo fatto più di cento chilometri con meno di 3 litri. Per cui, visto che è possibile guidare senza problemi, ci organizzeremo così anche noi… la prossima volta.
Per parlare anche un poco di cose buone che abbiamo trovato, la birra 333 ci è piaciuta. Non costa pochissimo, intorno al euro e venti al litro, però è buona. Una bella scoperta invece è stato il vino di noce di cocco, che con il vino non ha assolutamente niente a che fare, si avvicina di più a un distillato, ma di bassa gradazione 29%. e a un prezzo ridicolo 😉
Anche la Vodka Hanoi non è male, solo 33%, ma costa meno di quattro euro alla bottiglia. Per il resto, frutta e verdura in abbondanza, ma anche nei mercati, a prezzi molto vicini a quelli europei.
Per passare i confini con la Cambogia, abbiamo scelto la frontiera con Ha Tien, perchè volevamo fermarci qualche giorno sul mare, prima di rientrare verso Phnom Pen. Un paio d’ore di minibus. , sono addirittura passati a prenderci dall’albergo, per arrivare a Ha Tien (2.80€ a testa) e poi l’inizio dell’avventura. Circolano su internet varie storie dell’orrore su quanto sia difficile passare i confini, trovare un mezzo, avere a che fare con la corruzione della polizia cambogiana… è tutto vero!! 😉
Ci siamo fatti lasciare davanti a un bar-agenzia consigliata dal Lonely Planet. Pensano a tutto loro. Trasporto fino a Kampot, 12 dollari per una cinquantina di chilometri, un’esagerazione, ma non hai molta scelta, 35$ per il visto che dovrebbe costarne solo 30, ma la tariffa standard per la polizia dii frontiera è quella, 2$ a testa per il certificato delle vaccinazioni che non abbiamo, qualche dollaro per il servizio (?) totale 51$ a testa!
Non abbiamo scelta. Paghiamo, tutto sommato anche abbastanza contenti anche di non dover fare tutto da soli.
Arrivati a Ha Tien alle 12.00, alle 13.00 avevamo già passato la frontiera vietnamita, con una dozzina di altri stranieri di varie nazionalità.
L’addetta al servizio ci dice di proseguire a piedi fino alla frontiera cambogiana, mentre lei in motorino sarebbe andata a sbrigare le pratiche per i visti.
Due ore dopo… ci dicono per la decima volta di aspettare ancora dieci minuti!! Incredibile!! Alla faccia del servizio…
Nel frattempo chiacchierando con i compagni di sventura, scopriamo che ognuno a pagato una cifra diversa che oscillava dai 48 ai 55 dollari 🙂
Benvenuti in Cambogia!!
Morale: poco prima delle 16.00 arriviamo a Kampot, ostello simpatico, con delle stanze molto particolari, sopra a un bar, 5.40€ a notte in due e così comincerà la nostra Holiday in Cambodia…