Battambang

Ci lasciamo dietro le brutte impressioni che ci ha regalato Phnom Penh e dopo sette ore di autobus arriviamo a Battambang.
La nuova stazione dei bus è a un po’ più di tre chilometri dal centro, però teste dure come al solito, preferiamo farcela a piedi piuttosto che dare una soddisfazione a quei noiosi dei “hello! tuk tuk sir?”

Arriviamo al nostro albergo e questa volta ci aspetta una piacevole sorpresa. Una stanza tutta per noi, per soli cinque dollari, grande, luminosa, con una simpatica proprietaria che, per la prima volta da quando siamo in Cambogia, non ci chiede di pagare la stanza prima ancora di salutarci e non cerca di venderci tour e altri servizi. Buon segno 🙂

La città è un po’ più pulita del solito. Assolutamente niente di particolare a parte pochi palazzi rimasti dai tempi dei francesi e una mezza dozzina di locali e negozi arredati con buon gusto, anche questa una cosa nuova da quando siamo arrivati.
Un’altra particolarità sono le numerose cartolerie-librerie e che il numero impressionante di bambini e ragazzini in divisa scolastica.
Un altro buon segno.

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Avventure a Phnom Pen

Dopo una settimana a Phnom Pen, comincio ad avere le idee più chiare su come funzionano le cose da queste parti… e non funzionano bene!

Tutto gira solo e unicamente intorno ai soldi, in particolare intorno ai soldi dei turisti. Siamo in una nazione del terzo mondo, con strutture da terzo mondo, con servizi da terzo mondo, con la sporcizia, l’ignoranza e la maleducazione da terzo mondo, ma per i turisti a prezzi europei, o quasi.
Qui nella capitale non c’è niente di particolarmente interessante da vedere, a parte un museo archeologico con un biglietto d’entrata da dieci dollari (!) e il palazzo reale (il famoso assurdo per cui paghi il biglietto per vedere come vivono bene quelli più ricchi di te!!). Ci sono parecchi turisti, ma tutto il movimento gira intorno alla prostituzione, alcol, droga e pederastia.

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Holiday in Cambodia !

A Kampot è cominciato il nostro giro in Cambogia. Durata prevista, circa un mese, per poi passare in Laos.
Il primo impatto, dopo l’avventura per passare la frontiera è stato abbastanza soffice. E’ bastato però varcare la linea immaginaria che la divide dal Vietnam, per trovarsi realmente in un paese diverso, con gente diversa, sia nella mentalità che nell’aspetto fisico.

Kampot è un posto interessante. La prima impressione è che ci siano più stranieri che cambogiani, però si vede subito che la maggior parte di loro non sono turisti, sono immigrati !
Buffo vero? Guardandosi intorno ci si accorge subito della varietà di ristorantini e piccoli negozi, chiaramente gestiti da stranieri.

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