Laos: prime impressioni.

Malgrado il primo impatto con la polizia di frontiera non sia stato dei più incoraggianti. In Laos l’atmosfera è molto diversa da quella della Cambogia.
La gente è immensamente più aperta e amichevole, ti sorride anche senza essere pagata e ti saluta e ringrazia quando ti incontra o ti vende qualcosa.
Gente normale e piacevole per farla breve!

I prezzi non mi sono sembrati molto diversi da quelli della Cambogia, tutto piuttosto caro anche qui per comprare verdura e frutta. I trasporti costano meno e dormire leggermente di più, anche se al momento siamo in un ‘homestay’ dove paghiamo due euro e mezzo in due, che è il prezzo più basso che abbiamo trovato fino ad adesso.

Hanno un ritmo tutto loro. Lento. Non bisogna avere fretta. L’altro giorno abbiamo preso un autobus da Pakse per arrivare a Tad Lo. Ci abbiamo messo tre ore e mezza per fare 80 chilometri, senza contare l’ora di ritardo sull’ora della partenza!
Tutto è rimandato a più tardi e vivono contenti e beati. Mi piace 🙂

La prima tappa che abbiamo fatto è stata a Don Det, una delle quattromila isoletta dell’arcipelago nel mezzo del Mekong. Un posto tranquillo, in teoria molto turistico, eppure i turisti erano meno della gente del posto. La vita gira si intorno al turismo, ma tutti si occupano anche dei loro campi, orti, pesca, attività varie. Vivono ancora una vita vera, senza essere schiavi dei soldi. Tanto e vero che anche i pochi negozi che ci sono, hanno prezzi molto simili a quelli che abbiamo poi trovato in città. Non se ne approfittano più di tanto.
Siamo stati quattro giorni in una capanna, bungalow, con veranda tutta nostra, amaca e pace assoluta per soli cinque euro al giorno. Una meraviglia.
L’unica cosa è che il Mekong non sembra proprio pulitissimo. Non ispira molto a farci un bagno, ma è da lì che viene presa anche tutta l’acqua del sistema idrico, senza filtri particolari. Per cui alla fine ci si lava comunque con l’acqua del fiume.

Dopo esserci ripresi per bene dall’esperienza cambogiana, siamo partiti per Pakse, dove volevamo cambiare un po’ di soldi e fare un po’ di spesa al mercato, che pare che sia uno dei più grandi del paese. E in effetti…
Anche qui abbiamo trovato una stanza perfetta, con tanto di acqua calda, a sei euro. Non è poco per la zona, però, in città è impossibile trovare a meno, anzi anche questa è stata un colpo di fortuna.

La città non dice assolutamente niente, è solo un buon punto per sbrigare un po’ di cose pratiche e rimettersi in viaggio. Così anche noi siamo ripartiti subito per Tad Lo. Un paesino sperduto tra fiumi e cascate, sull’altipiano Bolaven. Una meraviglia, in mezzo alla natura e a costo zero. Ci fermeremo anche qui qualche giorno per esplorare un po’ la zona e goderci lo spettacolo.

Anche qui non sono completamente immuni al virus del turismo. Oggi camminando verso delle cascate a circa cinque chilometri da qui, siamo passati da un paese dove per la prima volta in vita mia mi sono sentito salutare dai bambini ‘hello money’… brutto segno…
Però dall’altra parte, la nostra padrona di casa è per la serie paghi tutto dopo, non c’è problema, volete cucinare voi, uste pure la mia cucina… nessun problema, sempre con il sorriso… alla sera una tavolata unica con tutti gli ospiti, a chiacchierare tutti insieme e raccontarsi avventure e darsi dritte su cosa visitare. Il vero paradiso del viaggiatore.

Un’altra bella scoperta sono state la birra locale, BeerLao e il whisky di riso, Lao Lao. La birra è un po’ cara a un euro per la bottiglia da 640cc, però per me entra, in alta posizione, nella top ten delle birre commerciali più buone. Il Lao Lao invece è una sorpresa, tra i 40 e i 45 gradi alcolici. Prezzo, un euro per la bottiglia da 700ml, come una birra e buonissimo, assolutamente da non sottovalutare e da provare.

Queste le novità dal Laos, per il momento. Andiamo avanti e vediamo cos’altro ci aspetta 🙂

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