Verona e Mantova

Il podcast del post precedente ha segnato la fine del secondo ciclo. Ho deciso che per un po’ starò zitto e mi limiterò a scrivere!
La permanenza forzata in Italia non mi fa particolarmente bene, come tutte le cose forzate, alla fine ti ritrovi senza rendertene conto a vedere tutto negativo.
Per distrarci un po’ abbiamo deciso di sfruttare l’occasione e visitare un paio di città che ci mancavano ancora dalla lista, come Verona e Mantova.

A Verona sono arrivato nel pomeriggio di un qualsiasi giorno feriale e ho trovato posto abbondante per parcheggiare nel parcheggio A dello stadio. Perfetto per la sosta, con un po’ di ombra, tranquillo di notte e relativamente vicino al centro, meno di una mezz’oretta a piedi. Non ci sono servizi, ma ci siamo rimasti per quattro giorni senza problemi e da quello che ho potuto constatare il parcheggio non si riempie mai, neanche al sabato mattina quando c’è un enorme mercato settimanale di fianco. In caso però di eventi sportivi nello stadio immagino che le cose si mettano male. L’unico problema sono state le zanzare, noiose tutto il giorno, ma decisamente pericolose verso il tramonto.

Al mattino seguente siamo andati a fare il nostro primo giro in centro e come siamo arrivati in piazza Bra, in vista dell’Arena, mi ha preso quell’allergia caratteristica di quando mi trovo in luoghi eccessivamente turistici. Era tanto che non mi capitava e la prima sensazione è stata poi confermata proseguendo la nostra camminata per il centro storico.

La piazza sembrava un cantiere egizio. Sfingi e statue un po’ dappertutto che aspettavano di essere portate all’interno dell’arena per diventare la scenografia dell’Aida. Il tutto circondato da turisti di tutte le razze che fotografavano a tutto spiano ogni dettaglio, anche il più inutile e si fotografavano nelle pose più demenziali possibili. Di peggio, solo nel cortile della supposta (si dice supposta?) casa di Giulietta.
Allora… è un dato di fatto che la storia di Romeo e Giulietta non è reale, sono personaggi inventati e questo in teoria lo sanno tutti. Di conseguenza la casa di Giulietta è una presa in giro ufficiale, ma malgrado questo la gente fa la fila per scrivere o lasciare bigliettini sui muri dell’entrata, paga per salire a farsi fotografare posando sul balcone di Giulietta e peggio che mai, si fa fotografare mentre palpeggia volgarmente il seno della statua che rappresenta la povera Giulietta, molestandola senza pietà… ora io sarò anche arrogante, ma questi per me non sono mica normali!

Comunque, turisti e danni del turismo a parte, la città è veramente bella. Cerco di immaginarmela prima che venisse invasa come adesso, prima che l’aeroporto diventasse internazionale, prima che airb&b fosse inventato, quando le cose erano ancora sotto controllo, quando i turisti/viaggiatori erano persone che volevano imparare qualcosa e non solo poter vantarsi di esserci stati, dimostrandolo con un paio di selfies.

Camminando per la città siamo passati anche davanti all’area camper ufficiale, quella dove si paga per stare più stretti che in un parcheggio gratuito. Era piena zeppa. Immagino che avessero tutti bisogno della corrente elettrica, altrimenti non saprei come spiegarmelo 😉

Verona per me è cominciata e finita con il primo giro. Mi è bastato per prendere un’idea dell’atmosfera e della sua architettura, ma troppo turistica per i miei gusti. Mi sono goduto la tranquillità del parcheggio per riordinare le idee e scrivere un paio di cose che avevo per la testa, aspettando il sabato per vedere questo grande mercato cosa aveva da offrire. Più di 200 bancarelle e quelle di frutta e verdura erano solo cinque, delle quali tre tipo boutique di lusso e due, per fortuna, dei soliti arabo/pakistani con prezzi più che decenti. Meno male…

Oltre al mercato, una bella sorpresa è stata quella di trovare un supermercato Aldi, uno dei nostri preferiti in giro per l’Europa, con una bella selezione di prodotti a prezzi come sempre più che logici.

Fatta la spesa, non avevamo più motivo di rimanere, le previsioni davano piogge per i prossimi giorni e così abbiamo pensato di spostarci in un’altra città, invece che andare verso le dolomiti, che sarebbero state la nostra prossima meta.
La scelta è caduta su Mantova. Ne avevo sempre sentito parlare bene e mi è sembrata abbastanza fuori dal percorso turistico classico. Abbiamo fatto centro! Infatti i pochi turisti stranieri che circolano sono interessati alle opere del Mantegna e di Rubens invece che a leggende d’amore e mi sembrano persone più normali 🙂

La città è piccola, mi ricorda molto Pavia, bella e rilassata. Un parcheggio ombreggiato e tranquillo vicino al palazzo Te è comodissimo per andare in centro in meno di un quarto d’ora a piedi, o con navetta gratuita il sabato e la domenica tutto il giorno e il giovedi al mattino per il mercato. Ci sono due supermercati vicini, però niente servizi, ma sarebbe chiedere troppo.

Il grosso mercato del giovedi è un grosso evento. Però, a parte l’atmosfera simpatica del centro storico trasformato in un grande bazar all’aperto, il fatto che, anche qui, non ci fosse una zona con bancarelle di alimentari, ma tutto avesse a che fare con abbigliamento e casalinghi è stato veramente una delusione. Ma sono io che ho un’idea sbagliata dei mercati ho in Italia è cambiato qualcosa e hanno reinterpretato il concetto di mercato?

Il palazzo Te non mi ha entusiasmato. Gli unici numeri sono la sala dei giganti e la grotta, ma non credo che valga la pena di pagare il biglietto solo per quello. Il palazzo ducale e i suoi musei invece sono più interessanti. Certo, sono sempre un po’ contrario alla logica del pagare un biglietto per visitare le abitazioni di ricchi e potenti, ma in questo caso gli affreschi penso che meritino un’eccezione.
Due gioiellini sono invece il teatro Bibiena e la biblioteca Teresiana, il primo con entrata a pagamento di due euro e la biblioteca con entrata gratuita. Controllare gli orari perchè chiudono per pausa pranzo!
In linea di massima penso che valga la pena di considerare la mantova card se si pensa di visitare più di un paio di musei.

Mantova la consiglio di sicuro, mentre invece sconsiglio categoricamente Sabbioneta, non vale i soldi del gasolio. Ci sono andato attratto dall’idea della città ideale, come la descrivono, pensando di approfittarne per fare anche carico e scarico in una delle poche aree gratuite della zona.
Il CS è demenziale, l’acqua scorre lentissima e ha uno strano colore giallino, praticamente inutilizzabile e la botola è scomodissima.
La città mi è sembrata la classica trappola per turisti e non ci ho trovato assolutamente niente di particolarmente interessante, tempo e chilometri sprecati.

Vediamo cosa ci aspetta nei prossimi giorni, spostandoci verso il nord. Prossime tappe Valpolicella e Dolomiti 🙂

 

 

 

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